Bollo di almeno 1 euro sulle criptoattività: replica del MEF

Con interrogazione parlamentare del 4 marzo presentata da Giulio Centemero e altri parlamentari premesso che:

  • l'articolo 13, comma 2-ter, del decreto del Presidente della Repubblica n. 642 del 1972 prevede l'applicazione dell'imposta di bollo proporzionale dello 0,2 per cento in relazione alle comunicazioni periodiche alla clientela relative a prodotti finanziari, anche non soggetti ad obbligo di deposito, ivi compresi i depositi bancari e postali, anche se rappresentati da certificati o relative a cripto-attività di cui all'articolo 67, comma 1, lettera c-sexies), del Testo unico delle imposte sui redditi;
  • con riferimento all'importo dell'imposta di bollo, l'Agenzia delle entrate con circolare n. 48 del 2012, aveva ritenuto applicabile la regola generale prevista per il settore finanziario, precisando che: «L'articolo 3, comma 3, del DPR n. 642 del 1972 stabilisce, infatti, che “In ogni caso l'imposta è dovuta nella misura minima di euro 1, ad eccezione delle cambiali e dei vaglia cambiari di cui, rispettivamente, all'articolo 6, numero 1, lettere a) e b), e numero 2, della tariffa – Allegato A – annessa al presente decreto, per i quali l'imposta minima è stabilito in euro 0,50”»;
  • con successiva circolare n. 30 del 27 ottobre 2023, l'Agenzia delle entrate ha precisato che: «il valore da assoggettare all'imposta di bollo è quello al termine del periodo di rendicontazione o, in caso di mancata rendicontazione, è quello riferibile al 31 dicembre di ogni anno, come rilevabile dall'intermediario o dal prestatore di servizi che applica l'imposta»; rispetto alle modalità e ai termini di versamento dell'imposta, inoltre, l'Amministrazione finanziaria ha chiarito che «(…) sono gli stessi di quelli previsti attualmente per l'imposta di bollo per le comunicazioni relative ai prodotti finanziari»;

tuttavia, nello specifico settore delle cripto-attività è ben possibile che il valore delle stesse detenute da un determinato utente sia inferiore a 1 euro lungo tutto l'arco dell'anno civile si domadava se trovi conferma che, nell'ambito della rendicontazione di cripto-attività, debba applicarsi il limite minimo di 1 euro, anche nelle ipotesi in cui la giacenza di cripto-attività – al relativo valore di conversione in fiat, – sia inferiore ad 1 euro.

Vediamo in sintesi la replica.

Il MEF ha chiarito che, al di fuori delle ipotesi di non debenza del tributo, l’imposta di bollo del 2 per mille in relazione alle comunicazioni periodiche alla clientela relative alle criptoattività è dovuta nella misura minima di 1 euro, anche qualora il controvalore in euro di tale asset sia inferiore alla soglia di 1 euro durante tutta la durata dell’anno.